Cari fratelli Laziali,
sarebbe davvero splendido, questa settimana riuscire a
portare tutti i risultati in… Porto.
Preferiamo non commentare l’attualità e fare un triplo salto
mortale, avvitato e carpiato, nei Campi Elisi di una memoria sbiadita nel
tempo. Sì, perché per il ricordo di oggi ci immergeremo nel cuore del secolo
scorso. Una Lazio formato anni ’50, a due anni del processo di aiuti economici
che fece confluire nelle casse del nostro Paese l’iperbolica somma di 1.204.000
di dollari del Piano Marshall. Anche il Calcio si stava riassestando, si erano
svolti nuovamente i mondiali di calcio in Brasile nel 1950. Si era nel pieno
delle qualificazioni per il mondiale di Svizzera ’54. Per le prime tre edizioni,
il Presidente della Fifa Jules Rimet aveva prudentemente optato per sedi che
erano rimaste estranee agli eventi bellici e, come era ampiamente prevedibile,
alle nuove manifestazioni internazionali si guardava con grandi aspettative,
sia a livello di ripresa economica che di pace sociale. È in questo contesto
che la Lazio arriva in Friuli il 25 gennaio 1953: è la diciottesima giornata
del Campionato di Serie A.
Forse non tutti sanno che l’Udinese Calcio appartiene ad una
Polisportiva come la nostra.
È più antica di noi, risale al 1896, sebbene il calcio sia
stato incluso solo nel 1911. Quel giorno lontano i friulani giocano con Pin,
Toso, Menegotti, Moro, Morelli, Revere, Ploeger, Szoke, Darin, Montico e
Castaldo. Li allena Aldo Olivieri, il portiere della Nazionale che aveva vinto
la coppa del mondo ai mondiali di calcio di Francia 1934, sotto la guida di
Vittorio Pozzo. Noi siamo allenati da Giuseppe Bigogno. Proviene dal Milan,
dove ha allenato nelle tre precedenti stagioni, concluse sempre con piazzamenti
di alta classifica ma insufficienti per aggiudicarsi il titolo. La nostra
formazione è “mitologica”: Sentimenti IV, Sentimenti V, Furiassi, Alzani,
Malacarne, Bergamo, Puccinelli, Fuin, Bettolini, Larsen, Caprile. I fratelli Sentimenti appartengono ad una
dinastia di calciatori: Sentimenti IV è forse il più celebre. Talmente
impattante nell’immaginario dell’epoca da essere citato da Carlo Delle Piane nel
film La famiglia Passaguai, nella scena dove gioca a pallone, in
spiaggia insieme ad Aldo Fabrizi, che interpreta suo padre. Sentimenti IV non è
solo un portiere. È un calciatore “flessibile”: quando militava nella Juventus,
a causa di una frattura alle dita, è stato utilizzato in campionato anche come
ala destra ed ha perfino realizzato una doppietta.
All’andata è andata malissimo: con una doppietta di Zorzi
nel giro di dieci minuti, l’Udinese ha capovolto il risultato che ci aveva
visto chiudere il primo tempo in vantaggio per il gol, segnato su rigore,
proprio da Sentimenti IV. Le cose non stanno andando bene e andiamo a Udine
cercando di rimediare all’inattesa brutta figura. Per tutto il primo tempo giochiamo abbottonati,
i bianconeri giocano in lungo e in largo sfiorando a più riprese il vantaggio
con Szoke, Ploeger e Darin. Malacarne & co. vanno in difficoltà ma a volte
accade che da un'apparente disgrazia si schiudano situazioni favorevoli. Perché
quando Furiassi, dopo uno scontro fortuito con Darin, è spostato all'ala
destra, Larsen viene arretrato in difesa, Puccinelli diventa il centrale: prende
le redini in mano ed inizia a contrastare un’Udinese afflosciatasi su sé stessa
dopo aver fallito due clamorose palle gol. A tre quarti di gara c’è solo la
Lazio in campo: al ’75, il primo gol di Bettolini, che poco prima aveva colto
il palo. Passano due minuti e un'incertezza del portiere Pin permette ad Alzani
di appoggiare in rete per lo 0 a 2. L’Udinese prova a reagire, colpisce una
traversa con Darin, ma è Bettolini a fare tris per noi. Sullo scadere, il
disorientato Toso atterra in area Caprile: Sentimenti IV è uno specialista nel
tiro dagli 11 metri. Al "Moretti" scende il silenzio mentre Lucidio Sentimenti
prende la rincorsa che lo porta a segnare il poker con un tiro violento.
Al "Moretti" andò in scena una prestazione illusoria. In
realtà fu una stagione assai mediocre per la Lazio. Terminò a 31 punti, a pari merito
con la stessa Udinese, il Novara e il Torino, quest’ultimo nel pieno di una
mestissima rifondazione dopo la tragedia di Superga. Un campionato che, insieme
ad altre compagini, giocammo con poca convinzione e continuità, sospesi a metà tra
presente e futuro.
Prima di salutarvi, una considerazione sulla “laboriosità” friulana: la partita Udinese-Lazio venne disputata davanti ad 8.000 tifosi. Si giocava allo Stadio "Moretti", ritratto in una foto d'essai, un impianto attiguo e di proprietà del celebre produttore di birra. Da quell’impianto proto-industriale alla Dacia Arena dei tempi moderni, l’Udinese ha cambiato ben quattro stadi. Per il vecchio Stadio Moretti è previsto un piano di recupero e di riconversione industriale urbano, per restituire alla Città di Udine uno spazio che fa parte della sua storia. Sarebbe bello che il Comune di Roma e la Presidenza della S.S Lazio trovassero un accordo definitivo per recuperare lo Stadio Flaminio, un impianto dalle architetture affascinanti, situato in un luogo della Capitale dai tanti significati storici e sociali. Forza Lazio!
Ugo Pericoli