Cari fratelli Laziali,

la querelle della Super Lega Europea è appena iniziata, ne sentiremo parlare a lungo e dovremo abituarci ad alcuni cambiamenti. Un cambiamento in effetti già c’è stato: anziché concentrarsi su una partita che varrà come una finale, un po’ tutti noi siamo ci siamo “distratti”, sentendoci “assediati” da sentimenti di varia natura, che spaziano dall’incredulità, al senso di profonda ingiustizia, al rimpianto dei bei tempi andati. Vi diciamo che “quello” non sarà vero Calcio, sarà una forma di intrattenimento televisivo al pari della Formula 1, per tifosi tiepidamente lontani, magari con gli occhi a mandorla o l’accento vagamente da Yankee. Un torneo con un solo vincitore e nessuna retrocessione. Una vera Fake-League, se lo chiedete a noi! Restiamo alla finestra, ma non troppo, perché domani ce la vedremo con un nostro arcirivale storico.

Tra tanti Napoli Lazio da poter ricordare, la scelta è caduta su un incontro di 33 anni fa, con una Lazio neopromossa e finanziariamente convalescente, che andava a far visita ai vicecampioni d’Italia, al Napoli di Diego Armando Maradona. A dire il vero, non c’era solo il dio del Calcio, quel Napoli era estremamente competitivo. Era domenica 6 novembre 1988, la 5° giornata del Campionato di Serie A 1988-89: il Napoli aveva in porta il povero Giuliani, poi Ferrara, Francini, Fusi, Corradini, Renica, Carannante, De Napoli, Careca, Maradona e Carnevale. Ottavio Bianchi ha a disposizione la sua formazione tipo. Anche Giuseppe Materazzi non è assillato dal problema infortuni e schiera la migliore Lazio possibile: l’esperto Silvano Martina, poi Monti, Beruatto, Pin, Gregucci, Gutierrez, Dezotti, Icardi, Di Canio, Sclosa e Sosa. Tutto sommato dispone anche di una discreta panchina, qualitativamente parlando: il giovane portiere Fiori, poi Muro, Acerbis, il veterano Piscedda e soprattutto Antonio Rizzolo, che nella primavera precedente ha illuminato il gioco laziale finalizzandolo come non si vedeva da tempo.

L’arbitro è il signor Moreno Frigerio di Milano che fischia l’inizio della partita alle 14 e 30 in punto.

Il Napoli parte molto bene e Diego Maradona, al quale – poco prima del fischio d’inizio - è stato consegnato il premio come miglior realizzatore della stagione precedente, appare in forma mondiale. Balletti, finte e piroette che mandano in bambola i nostri difensori, ai quali spesso non rimane che atterrarlo, a volte al limite del cartellino giallo. Nonostante tutto questo bailamme, il Napoli riesce a passare in vantaggio solo al 37° minuto e per di più in un clamoroso fuorigioco non visto però dal signor Frigerio né tantomeno dal suo assistente di linea. Gli oltre 60.000 tifosi napoletani esplodono mortaretti e tric e trac mentre Monti e Gregucci – imbufaliti – protestano contro Frigerio che si dirige verso il centro del campo con passo da centometrista.  1 a 0 e Lazio da reinventare. Dunque: non solo non abbiamo fatto un tiro in porta, probabilmente non abbiamo mai oltrepassato la linea della tre/quarti.  

Era il 28' del primo tempo e a quel punto il Napoli si mette a giocar bene, difesa chiusa con Ferrara e Corradini a togliere ossigeno sia a Sosa che a Dezotti, Renica insuperabile, De Napoli e Fusi dighe di centrocampo. Diego Maradona invece appare distratto, lasciando la scena a Carnevale e Careca.

E noi? Beruatto, Sclosa e Pin sono i guerrieri del centrocampo, esperti e smaliziati, ma non se la passano esattamente così Monti Gutierrez e Gregucci, alle prese con Maradona Carnevale e Careca. I nostri stranieri sono arrivati da tre mesi e non hanno ancora convinto nessuno. Non tanto Ruben Sosa, quanto Dezotti e Gutierrez, sono sembrati oggetti misteriosi ed abulici. Materazzi sembra doverli schierare per mere ragioni “di opportunità politica” ma il loro contributo alla causa è impalpabile. Si arriva al secondo tempo senza aver fatto un solo tiro in porta, nonostante Materazzi abbia sostituito – non senza le solite polemiche - il raffreddato Di Canio con lo scalpitante Rizzolo. Nella ripresa il ritmo scende ulteriormente, perché noi stentiamo a prendere coraggio e il Napoli gioca col freno tirato. Alla prima vera occasione, Rizzolo supera Ferrara e Francini, nonché il proprio marcatore diretto, Corradini. Antonio Rizzolo, ritratto nella foto, che oggi fa l’allenatore della primavera della Salernitana, si avventa sul pallone in arrivo, una precisa parabola proprio del redivivo Ruben Sosa, ed esplode un destro al volo per il più insperato degli 1 a 1.

Fuorigioco pure questo? Diremmo proprio di no, l’unica analogia veramente sorprendente è che entrambi i gol della partita siano stati scoccati dalla stessa mattonella di campo. Da quel momento iniziamo un gioco intelligente e non ci facciamo schiacciare. Corriamo solo un pericolo, quando al 44' in mischia Carannante si avventa su un pallone colpendo l’esterno della rete. Il portiere di Sarajevo se l'era cavata benissimo in precedenza su una botta di Carnevale e una punizione angolatissima di Maradona, per poi uscire da kamikaze in mezzo all'area a sventare un pericolo acrobatico sull'asse Careca-Carnevale. L'ingresso di Rizzolo si rivelerà decisivo, anche se all’uscita dallo stadio, i tifosi partenopei giurano di aver assistito ad un brutto spettacolo, il peggior Napoli della stagione.

Mezzo mese prima, dopo il pareggio a reti bianche di San Siro, i tifosi milanisti avevano sostenuto di aver assistito ad un triste spettacolo, al peggior Milan della stagione. La stessa cosa venne detta anche dai tifosi della squadra partenopea. Solo coincidenze? Chissà?

Per quel che ricordiamo noi, era una Lazio neopromossa che puntava ai pareggi con le big, specie fuori casa, giocando sull’effetto sorpresa. Era una Lazio convalescente e inesperta, protesa verso l’unico obiettivo non negoziabile: la permanenza nella massima serie. La partita finì con il risultato di 1 a 1. Il giorno successivo, il pareggio fu riconosciuto ed apprezzato da tutta la stampa, cittadina e non solo. La Lazio di Giuseppe Materazzi stava lasciando il segno, nonostante il rimpianto per non aver potuto vedere il condottiero degli Eroi dei -9, mister Eugenio Fascetti, un altro buco nero nella memoria di molti di noi, vecchi tifosi con tante Lazio alle spalle.       

Oggi è tutto completamente diverso. Il Napoli non ha più Maradona (tornerà mai un Campione del genere?) ma ha una rosa di giocatori molto forti ma non sempre ben assortita. La Lazio di Simone Inzaghi la conosciamo a memoria. Non ci interessano le vittorie consecutive, giovedì sera ci interesseranno i punti. Possibilmente, tre.

Forza Lazio!
Ugo Pericoli