Giulio Glorioso nacque a Udine: friulano all’anagrafe, ma con Roma
(e la Lazio) nel cuore. Artefice del doppio scudetto del ’49 e del ’55
della Lazio Baseball, una delle sezioni più longeve e romantiche della
nostra leggendaria società sportiva.
Sul diamante di gioco, per quasi una vita, è stato un incontrastato
monarca. Tanto poi da essere inserito, legittimamente, per risultati e
prodezze alla mano, nella ‘Hall of Fame’ della Federazione.
Tricolore con la Lazio, diventato poi il più forte giocatore italiano
del movimento, tanto da essere selezionato per un ‘clinic’ organizzato,
nel ’53, dalla franchigia americana di Cleveland.
Glorioso, tempra friulana, si è gradualmente appassionato alla Lazio,
tanto da scegliere di vivere, a Roma, vicino allo stadio Flaminio,
accanto a ciò che un tempo era il mito inarrivabile della Rondinella.
La sua è stata una sorta di favola: scoperto, in virtù di doti da
autentico predestinato, in un incontro che disputò, giovanissimo, contro
una selezione dell’ambasciata americana a Roma. Squarci di una città,
reduce dalle ferite della guerra, bella e commovente, assistettero alla
sua crescita esponenziale.
Battitore, re dei fuoricampo, il baseball compagno di vita. Con il
fruscio regale delle ali dell’Aquila ad accompagnarne, da giocatore e
poi da dirigente, tre quarti di vita. Si, chiamatelo “Mister Baseball”.
G.Bic.