Massimo Gradella, imprenditore, soprattutto figlio di Uber, straordinario numero 1 della Lazio ante e post-guerra. Nella foto è proprio ritratto con il leggendario papà.
La Lazio è riuscita a centrare la qualificazione alla
prossima Champions League: un suo giudizio sulla stagione?
“Premesso che il Napoli ha fatto corsa oggettivamente solitaria, la Lazio si è tolta una "bella" soddisfazione nel "capitanare" il gruppo delle inseguitrici, e nel "capitalizzare" al meglio errori e accelerazioni di tutte le altre contendenti alla Champions. Qualche momento di appannamento e probabilmente qualche partita sbagliata "tatticamente" (anche se non ho la presunzione di volermi erigere a tecnico), non hanno inficiato una stagione finalmente in linea con ciò che si merita sia la città che la tifoseria”.
Dopo molti anni si è chiuso il rapporto tra Tare e
la Lazio: come cambierà il mercato?
“Per ciò che riguarda Tare, è opinione comune che
si era arrivati ad un problema di interpretazione calcistica tra lo stesso
Tare, e Sarri, logico dividere le strade anche per non creare alibi per
nessuno. Sarri ha una sua idea di calcio, e potrà "plasmare" con più
serenità una rosa seguendo una sua logica distintiva. L'augurio è quello di far
si che si dia al mister modo di lavorare, e che non si chieda allo stesso di
fare miracoli in successione”
Come è riuscito un calciatore mantovano come suo
padre, che avrebbe compiuto 102 anni pochi giorni fa, a diventare una bandiera
biancoceleste?
“Per quanto riguarda Uber, forse, anzi molto
probabilmente la sua decisione di abbandonare il calcio per non cambiare
squadra, ha fatto si che una tifoseria passionale come quella biancoceleste, lo
abbia "eletto" tra i nomi degni di essere ricordati. Sicuramente a
supporto di ciò che vado asserendo c'è una intervista (datata 1949 poco prima
del suo infortunio), che tempo fa girai anche al "PRESIDENTISSIMO" e
caro amico Antonio Buccioni, dove Papà dichiarava ... (esprimo il concetto, non
le parole precise) :"Ogni anno mi danno per partente, ma io i colori
Laziali li ho ormai con me, qui ho trovato il mio posto, e qui vorrei
finire"
Il rapporto con Silvio Piola?
“Piola non lo ho mai purtroppo conosciuto
personalmente, ma c'era settimanalmente un appuntamento telefonico (di norma il
lunedì mattina) tra lui e papà. Cosa serbo di quei dialoghi? Serbo una
sensazione anomala, nel senso che sentivo parlare amabilmente, e serenamente, due amici ma a me ... faceva strano (direbbe Verdone), che l'amico con il quale
interloquiva Uber fosse un campione inarrivabile e quasi "mitizzato"
dalla maggior parte delle persone”
Suo padre ha avviato una attività commerciale
sportiva: tanti personaggi hanno varcato la porta del vostro negozio- Può
raccontarci qualche aneddoto?
“Più che un aneddoto, vorrei dire che quello
che vedevo a negozio era un cameratismo non di facciata, ma sincero, sereno,
rispettoso tra tanti vari atleti di diverse discipline che frequentavano la nostra
attività, non c'era da parte di nessuno "nessun" divismo, sia che si
trattasse di un calciatore, di un pugile, di un cestista, di un canottiere, di
un nuotatore. C'era sempre un comune denominatore che era lo sport e il
rispetto per chi lo aveva praticato con sacrificio e abnegazione”
Siete stati anche fornitori di materiale tecnico
per alcune Sezioni della nostra grande famiglia: quali?
“Sicuramente nel passato (parlo degli anni 50,
e cmq prima dell'avvento delle sponsorizzazioni), la sezione calcio si rifornì
dei prodotti Gradella, ma anche la Lazio Nuoto, la Lazio Basket, i canottieri
della Canottieri Lazio hanno indossato il nostro prodotto”
Ne segue ancora qualcuna ?
“La Sezione che seguo più attivamente è senza
dubbio quella del canottaggio. Il circolo Canottieri Lazio è sempre un
“galleggiante” di riferimento per tutti noi amanti di questo sport e dei colori
biancocelesti”
di Stefano Boccia