Cari fratelli Laziali,
con la prossima partita col Parma, andrà a chiudersi un miniciclo di partite che si sono disputate in un clima di distratta sospensione.
L’amarezza per la morte di Papa Francesco, il naturale spostamento d tanti appuntamenti sportivi, inclusi quelli della Lazio, ha sovvertito l’ordine delle nostre piccole cose. Che poi, a ben vedere, così piccole poi non sono. Possiamo affermarlo con cognizione di causa. Infatti - nell’enorme eredità lasciateci da Francesco, c’è anche la rivelazione della sua passione per il calcio, per il “suo” San Lorenzo de Almagro.
Confortati dalla bella prestazione di Genova e da qualche risultato del tutto inatteso, guardiamo con grande fiducia alla partita di lunedì sera.
Nell’attesa, vi riportiamo indietro ad una Lazio lontanissima.
Bentornati al 15 aprile 1962.
È la XXXI giornata del campionato di Serie B, sono le 15.30, lo Stadio Flaminio è quasi pieno.
È la Lazio dell’allenatore milanese Carlo Facchini: Cei, Zanetti, Carosi, Mecozzi, Eufemi, Gasperi, Bizzarri, Landoni, Governato, Morrone e Maraschi.
Il Parma è allenato dal grande Mario Genta, torinese doc e campione del mondo con la Nazionale italiana nel 1938. Questa la formazione parmigiana: Recchia, Panara, Polli, Neri, Sentimenti V, Tomassoni, Moriggi, Vicino, Smerzy, Spanio e Meregalli.
La Lazio parte col botto e al 3' va subito in vantaggio con Bizzarri, che lascia partire un tiro, metà tiro – metà cross, che sorprende il portiere Recchia. All’8’ giunge il raddoppio di Maraschi, che raccoglie un diagonale dello stesso Bizzarri e corregge in rete.
Il Parma non riesce ad imbastire azioni in fase d’attacco, si gioca prevalentemente nella metà campo degli ospiti. Al 18', splendido scambio volante tra Gasperi e Mecozzi, colpo di testa a servire Bizzarri – ritratto nella foto articolo – il quale, sempre di testa, anticipa Recchia e insacca per il 3 a 0.
La partita è virtualmente chiusa, il Parma, frastornato - non riuscirà mai a rendersi pericoloso dalle parti di Cei che si godrà un pomeriggio di vacanza. I Ducali non effettueranno infatti nessun tiro in porta veramente pericoloso.
Quel giorno incontrammo una nostra vecchia conoscenza. Il giocatore che indossava la (splendida) maglia numero 5 dei parmigiani era infatti Primo Sentimenti.
Primo venne a giocare da noi nell’estate del ‘50, acquistato dalla Lazio dove già militavano i fratelli Vittorio e Lucidio. Disputerà ben sette campionati nella Lazio, collezionando 201 presenze e 9 gol.
Quel giorno il risultato fu ottenuto tramite una grande prova collettiva della squadra. Ci piace menzionare Graziano Landoni, il “tessitore” del nostro reparto avanzato, Adelmo “Memmo” Eufemi, che annullò completamente il temuto Smerzy.
Ed infine anche Mario Maraschi, autore di una prova generosa premiata con il primo gol con la maglia biancazzurra.
Quel campionato, a tratti ben condotto, finirà purtroppo nel peggiore dei modi. Non saremmo tornati in Serie A. Tutto questo, non per demeriti sportivi ma per via del famoso gol annullato a Seghedoni nella partita col Napoli, giocata sempre qui, allo stadio Flaminio. Ricordate? La famosa partita della rete “bucata”.
Lunedì sera - siamo costretti a ripeterci - sarà un’ennesima sfida decisiva. Bisognerà rimanere concentrati per 94 minuti, come fatto a Marassi.
Forza Lazio!
Ugo Pericoli