Cari
fratelli Laziali,
domenica il
Campionato entrerà nel vivo e la partita con l’Atalanta costituirà il primo
spartiacque della stagione. Per il ricordo di oggi vi riportiamo indietro di 28
anni, all’ultima domenica di aprile del 1996: il ventotto di quel mese salimmo
a Bergamo per la terzultima di Serie A. Era un’Atalanta ancora una volta
affidata ad Emiliano Mondonico: Ferron, Pavone, Kewullay Conteh,
Montero, Valentini, Bonacina, Sgrò, Fortunato, Gallo, Tovalieri e Morfeo. Siedono
sulla panchina orobica il portiere di riserva Zani, poi Pisani, Mutarelli,
Herrera e Luppi.
Zdeněk
Zeman si affida alla
formazione tipo, Marchegiani, Negro, Nesta, Fuser, Grandoni, Chamot, Rambaudi,
Di Matteo, Casiraghi, Franceschini e Signori. In panchina vanno Orsi, Bergodi,
Gottardi, Esposito e Piovanelli.
Siamo
lanciati nella corsa per la terza posizione, l’Atalanta viaggia molto staccata,
ma in acque tranquille. Mancano solo quattro giorni al 2 maggio: dovranno
incontrare la Fiorentina in finale di Coppa Italia. Viste le circostanze,
Mondonico ha scelto di giocarsela con tranquillità, a viso aperto. Di fronte, la
squadra allenata da Zeman è stata forgiata per disputare partite come questa.
Ed infatti partiamo bene, sia noi che i nostri avversari. Un tiro di Fuser
impatta sulla traversa ma sarà l'Atalanta ad andare in credito con la Dea Fortuna,
quando Morfeo prima e Tovalieri poi, colpiranno i legni a
Marchegiani battuto. Al 12' Casiraghi va in fuga verso la Curva Sud,
leggermente defilato sulla destra, calcia molto bene di destro, il pallone
impatta sul ginocchio di Valentini. Passiamo subito in vantaggio con
questa autorete. Sembra mettersi bene, se non fosse che la squadra appare incapace
di chiudersi con sicurezza, sfruttando la velocità dei suoi contropiedisti. Per
venti minuti assistiamo alle scorribande atalantine, che culminano nel gol di Morfeo,
che vale il meritato pareggio al termine di un’azione tambureggiante, nel corso
della quale c’è stato anche un atterramento molto sospetto, di Chamot su
Tovalieri. Rientriamo negli spogliatoi non proprio tranquilli, dal
momento che, come spesso ci è capitato, abbiamo avuto la sensazione di non
avere un reparto difensivo sincronizzato al meglio.
Col passare
dei minuti, notiamo che anche l’Atalanta è meno concentrata. In un’azione di
contropiede ben avviata da Di Matteo, Fuser sale a larghe falcate
verso la porta di Ferron. È circondato da due avversari, si lascia cadere
sul terreno di gioco, dando l’impressione di essere stato sgambettato. La pensa
così anche l’arbitro Racalbuto (con la VAR, oggi molto probabilmente il
penalty non sarebbe stato assegnato). Si presenta sul dischetto Beppe Signori,
che è alla ricerca della sua centesima rete ed è primo nella classifica dei
cannonieri. Tiro senza rincorsa e Lazio in vantaggio. Beppe Gol (ritratto
nella foto) è festeggiato dai compagni e perfino lo
schivo Zeman accenna un mezzo sorriso quando si alza dalla panchina. La Curva
Nord, quella dell’Atalanta, non l’ha presa proprio bene: inizia a fischiare
animosamente l’arbitro e Signori, che viene “vissuto” dai supporters
bergamaschi come una sorta di “traditore”, essendo nato a soli 10 km dallo
stadio in cui si sta disputando la partita.
Al 24', Beppe
Gol si appresta a battere un calcio d'angolo, proprio sotto la curva degli
atalantini. Di colpo si accascia a terra. È stato colpito da un oggetto
contundente, forse un accendino o una moneta da 100 Lire. Sportivamente, si
rialza e batte egli stesso il calcio d'angolo. In quel momento è però cambiata l’inerzia
della partita. Lasciamo sfogare l’Atalanta, che trama azioni arrembanti ma
imprecise, e rispondiamo con contropiedi veloci e precisi, operati da Signori,
Casiraghi, Fuser e Rambaudi. Visto l’andamento dell’incontro, Zeman ha mandato
in campo anche Massimiliano Esposito, uno degli ultimi arrivati nella
campagna acquisti estiva. Max è partito bene, ma si è un po’ perso,
chiuso com’è dalle gerarchie degli attaccanti. Si piazza al centro dell’attacco
e si presenta puntuale all’appuntamento con il gol. Siamo arrivati quasi allo
scadere, mancano sei minuti: nel corso di un ennesimo contropiede, raccoglie un
cross di Fuser e incorna di testa, con un volo d’angelo, in bello stile. Il
classico 1 a 3 zemaniano, ottenuto in una partita non proprio emozionante, non
sempre bellissima sotto il profilo tattico, con squadre lunghe e lanci ancor
più lunghi, una caratteristica opposta ai moduli tattici cui siamo abituati oggi,
in Italia e in Europa.
Già…l’Europa.
Al momento, volendo considerare la vittoria nel recupero della partita col Torino,
saremmo quarti, un punto sopra all’Atalanta (anche se pure gli orobici registrano una gara in meno...).
Ecco perché domenica, sarà molto importante riuscire a non perdere. Poi si vedrà. Forza Lazio!
Ugo Pericoli