Cari fratelli Laziali,
la sconfitta, sopraggiunta al termine dei calci di rigore, nella doppia sfida contro i norvegesi del Bodø, non sarà facile da superare.
Certo, questa serata resterà comunque scolpita nei cuori della Gente Laziale. Per la passione, per l’impeto mostrato dai giocatori in alcune convulse fasi della partita. Un nome su tutti, Mattéo Guendouzi. L’eroico portabandiera del Popolo Laziale, altro protagonista di questa serata che ha già assunto toni da dramma shakespeariano.
Auguriamoci, dunque, che questa sia la base da cui ripartire, da qui alla fine del campionato, per provare ad andare in Champions piuttosto che in Conference.
In vista della prossima e decisiva partita col Genoa, accompagnati da un senso di preoccupazione per il presente e per il futuro prossimo, vi riportiamo indietro ad una delle più tipiche Lazio zemaniane.
Benvenuti a Genova. Oggi è il 23 ottobre ‘94, si gioca la VII giornata della Serie A.
C’è attesa per una sfida che vede di fronte due tecnici dalle visioni ritenute antitetiche. Ed è anche un confronto generazionale. Il più anziano, Franco Scoglio, durante la settimana ha sostenuto che, contro le squadre zemaniane, raramente le sue partite finiscono con un pareggio. La Lazio gode di grande stima e pertanto, ha scelto di giocarsela a viso aperto. Schiera Tacconi, Torrente, Delli Carri, Manicone, Galante, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Onorati, Skuhravy e Dario Marcolin. A disposizione del Professore anche Micillo, Nappi, Francini, Padovano e Van't Schip.
Per quanto riguarda noi, Zdeněk Zeman non può far altro che rimanere fedele a sé stesso e – coerentemente al suo 4-3-3, manda in campo: Marchegiani, Negro, Favalli, Di Matteo, Bergodi, Chamot, Casiraghi Fuser, Boksic, Winter e Signori. In panchina, insieme al tecnico boemo, vanno Orsi, Cravero, Bacci, Rambaudi e Venturin.
Il primo tempo parte veloce, la Lazio gioca in modo frizzante, grazie soprattutto alle travolgenti incursioni di Boksic. Tacconi è bravo a deviare una conclusione di Fuser.
Al 20’, Signori batte una punizione che sfiora la traversa. Cinque minuti più tardi, il Genoa reclama un rigore. Sospetto contatto tra Chamot e Skuhravy, in piena area. Braschi lascia proseguire. Zeman ingoia l’ennesima caramella mentre Signorini accenna una smorfia di dolore. Si è infortunato. Al termine del primo tempo, per scongiurare tempi di recupero più lunghi, il medico consiglia a Scoglio di lasciarlo nello spogliatoio.
Nel secondo tempo, Scoglio arretra Bortolazzi nel ruolo di libero e inserisce Van't Schip. Il cambio non sembra giovare al Genoa e noi ci lanciamo all’attacco. Pensiamo di poter passare in vantaggio, perché i padroni di casa stanno mostrando cenni di cedimento, specie sulla fascia sinistra, dove il ciuffo di Signori ha iniziato a maramaldeggiare sui difensori rossoblù.Finché non si arriva al 20': Marchegiani sbaglia il tempo, uscendo fuori dall’area piccola per contrastare Skuhravy. Il pallone vagante raggiunge Ruotolo, la porta è sguarnita: a Bergodi non resta altro che stenderlo. Ruotolo finisce a terra e Braschi concede un rigore più che evidente. Sul dischetto si presenta Dario Marcolin, che trasforma con sicurezza.
Per 5 minuti andiamo sotto. Zeman richiama Casiraghi per Rambaudi.
Con l’ingresso in campo di Rambo, iniziamo a vedere più vivacità nel gioco. Boksic e Signori hanno ripreso a spingere. Manca un quarto d’ora quando Boksic manda il pallone a carambolare prima sulla traversa e poi sul palo. La partita sembra stregata e appaiono gli spettri di una sconfitta non preventivata alla vigilia.
Tre minuti di pressione e di paura, finché Rambaudi non confeziona un cross perfetto per l’accorrente Negro.Paolo sbuca dalla mischia e insacca in porta: 1 a 1.
Le maglie biancazzurre si precipitano a centrocampo, d’un tratto è cambiato tutto. Possiamo farcela. Con nostra grande sorpresa, il Genoa anziché abbattersi torna all’attacco. Prova per due volte ad insidiare la nostra porta, Marchegiani si riscatta dell’errore sul procurato rigore, opponendosi in modo decisivo prima a Ruotolo e poi a Van't Schip.
Dall’altra parte, a difendere la porta del Genoa, c’è il vecchio Stefano Tacconi. Nonostante le 37 primavere, sventa due conclusioni di Signori e Boksic nel giro di 100 secondi. Tuttavia, Signori ha veramente cambiato marcia. Sono gli ultimi minuti.
Beppe fa tutto da solo, ricevuta palla, mette fuori causa Marcolin, poi converge, si accentra e, con Tacconi proteso in uscita, lo supera con un tiro forte e preciso.
Era la Lazio zemaniana, pazza e bellissima, che sapeva ribaltare le situazioni, passando da una sconfitta a una vittoria nel giro di pochi minuti. Era la Lazio di Beppe Signori, ritratto nella foto, un calciatore che, inserito nella Lazio attuale, sarebbe l’elemento perfetto per finalizzare in gol le decine di occasioni gettate al vento.
Ricordi che, in queste ore, storditi dalla delusione per la mancata qualificazione alla semifinale di Europa League, ci appaiono lontanissimi e quasi irreali.
Sarà una “Pasquetta” di passione per ogni Laziale. Giocheremo alle ore 18 e dunque, Juventus a parte, conosceremo già i risultati delle nostre concorrenti. Una ulteriore pressione psicologica. Sì, è una partita decisiva, ancora più che il Derby.
Buona Pasqua a tutti, forza Lazio! Ugo Pericoli