Mi
ritorni in mente - domenica 7 novembre 1999 - Roma, stadio Olimpico -
Lazio-Verona 4-0
Cari fratelli Laziali,
la qualificazione alla Finale di Coppa Italia è
sfumata a dieci minuti dalla fine ma possiamo dire di aver visto più luci che
ombre. Il segnale più evidente, l’indizio di ripresa più importante, quello sul
quale Tudor e i suoi dovranno fondare la nuova ripartenza, è il fatto di aver
battuto la Juventus due volte su tre in meno di un mese.
Sabato sera, cari fratelli, dobbiamo correre tutti
allo stadio per incoraggiare i nostri! Nel frattempo, vi riportiamo al 7
novembre 1999, alla nona giornata del Campionato di Serie A 1999-2000.
Era veramente una Super-Lazio quella pilotata da Mr. Sven
Goran Eriksson! Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic, Pancaro, Conceição,
Simeone, Veron, Nedved, Boksic e Salas. Anche la panchina era di un’altra
categoria: Ballotta, Couto, Gottardi, Marcolin, Simone Inzaghi, Sensini e
Roberto Mancini.
Reduci dalla vittoria in Supercoppa Europea,
qualsiasi allenatore sapeva che contro di noi sarebbe stata una sorta di
missione impossibile.
Anche Cesare Prandelli lo sapeva.
Sapeva che avrebbe trascorso un tranquillo week-end di
paura.
Schiera così un Verona completamente orientato alla
ricerca di prudenza: Frey, Giancarlo Filippini, Franceschetti, Apolloni,
Falsini, Diana, Marasco, Leonardo Colucci, Brocchi, Melis e Adailton. A
disposizione ha una panchina lunga ma non certo della qualità del suo collega
svedese: Battistini, Anastasi, Laursen, Piovanelli, Aglietti, Salvetti e Spehar.
Siamo primi in classifica ma l’Olimpico presenta
larghi vuoti, siamo solo in 43.000. Partiamo subito sparati, è un autentico
tiro al bersaglio. Al 18' Veron (ripreso nell’intenso primo piano nella
nostra foto articolo) segna un gol che fino a quel momento avevamo visto solo nelle
partite di calcio sudamericano: un gol direttamente da calcio d'angolo. Un tiro
ad effetto, preciso e violento, che sibila al fianco del portiere Frey, al
quale non rimane che accompagnarne con lo sguardo la mortifera traiettoria: 1 a
0.
Non passano neanche cinque minuti e raddoppiamo: nuovo
angolo di Veron, tiro-cross in fotocopia, il pallone forse entrerebbe in
porta un’altra volta, quando Salas incorna di testa fulminando Frey: 2 a
0.
Passano i minuti, esattamente quattro, Mihajlovic
su punizione scaglia un bolide che si stampa sulla traversa. È una Lazio
ipnotica e prima dello scadere, al 45', Veron
scodella un nuovo ed invitante pallone in area, Negro non ci pensa due
volte ad insaccare di testa alle spalle di Frey, realizzando il 3 a 0 che di
fatto chiude la partita per K.O tecnico.
Nell’intervallo, pur nella consapevolezza di aver
assistito ad un grande spettacolo e di avere il risultato in cassa, non
riusciamo a rilassarci. Anche la asroma sta vincendo, per ben 4 a 0 sul campo
della Reggina. Non ci voleva, la prossima domenica arriveranno carichi al
derby.
Il secondo tempo inizia più o meno com’era terminato
il primo, noi costantemente in attacco e Verona impegnato ad evitare la goleada.
Potrebbe finire 10 a 0 ma rallentiamo. Ciò nonostante, al 63' arriva il quarto
goal ad opera di Boksic, il quale, servito da Simeone, tira una
saetta che Frey vede partire a fatica. Sul 4 a 0 la partita è definitivamente
chiusa e il signor Racalbuto di Gallarate, non dovrà scomodarsi
ulteriormente, vista l’estrema correttezza dei Ventidue in campo.
A sera, ci accorgemmo di aver allungato in classifica,
21 punti per un solitario primo posto, seguiti dalla solita Juventus a
18 punti e dall’immancabile Milan, terzo con 17.
Quel Lazio-Verona fu una partita senza mai storia, che al ventesimo minuto era praticamente già chiusa. Sabato sera, invece, potremmo dover lottare fino al 100' minuto, sarà una partita fondamentale, non siamo ancora al meglio ed abbiamo un solo risultato possibile, se vogliamo cercare di risalire due posizioni. Forza Lazio!
Ugo Pericoli