Cari fratelli Laziali,
fa un certo effetto sapere che venerdì sera giocheremo
contro i Campioni d’Italia. Non ricordiamo un campionato così stradominato, siamo
solo ai primi di marzo ma 18 punti di vantaggio costituiscono un fortino
inespugnabile. Mentre i giornali si domandano con quanto anticipo il Napoli
festeggerà il suo meritatissimo Scudetto, noi proveremo a farci, una volta
tanto, gli affari nostri. Proveremo a giocare la nostra partita, nella
consapevolezza che la lotta per il quarto posto sarà (anzi lo è già) un lungo e
snervante derby con la asroma.
Oggi vi riportiamo al 16 dicembre 1979, quando per
l’ottava giornata del campionato di Serie A 1979 – 80 andammo a giocare contro
questo Napoli: Castellini, Bruscolotti, Marino, Bellugi, Ferrario,
Tesser, Capone, Vinazzani, Musella, Filippi e Speggiorin. Sono allenati da un
ex di ritorno, Luis Vinicio. L’ingegner Ferlaino ha costruito una
squadra composta da gente esperta, napoletani veraci come Bruscolotti,
scugnizzi come Musella, nazionali quali Castellini e Bellugi, ed attaccanti
alla moda come Filippi e Speggiorin. Hanno anche una bella panchina con Di
Fusco, Improta e Damiani.
Anche il nostro Bob Lovati (che allenava la rosa biancoceleste che vedete raffigurata nella foto) può schierare una
bella formazione: Cacciatori, Tassotti, Citterio, Wilson, Manfredonia, Manzoni,
Garlaschelli, Montesi, Giordano, D'Amico e Viola. Noi siamo molto più
autarchici, con Tassotti, Manfredonia, Manzoni, Montesi, Giordano e
Vincenzino: quanta bella gioventù ci regalava il nostro settore
giovanile.
Sono le 14 e 30 al San Paolo e ci sono più di cinquantamila
persone. Non è presente nessun tifoso laziale, o meglio, non vediamo bandiere e
altri simboli dell’Aquila, Napoli è una trasferta tabù già da qualche anno. I
Partenopei non se la passano bene, sono partiti malissimo e c’è qualcuno che ha
già chiesto la testa del tecnico.
Anche noi abbiamo i nostri problemi. Ad una promettente
Coppa Italia e ad una buona partenza in campionato, è seguito un periodo
altalenante inframmezzato dalla tragedia di Vincenzo Paparelli.
L’ambiente non è affatto sereno. La classifica è deficitaria, difficilmente
conquisteremo la quinta piazza, l’ambitissimo lasciapassare per un piazzamento
UEFA.
Il Napoli inizia bene la partita, sviluppando un gioco
che passa prevalentemente per le vie centrali. Tuttavia, i tiri verso la porta
di Cacciatori sono assai scarsi. Alla
mezz’ora iniziamo a reagire alla sfuriata dei Partenopei con azioni ben
orchestrate da Garlaschelli, D’Amico e Viola. Purtroppo, Giordano non è al
meglio. Bob lo ha mandato in campo sciogliendo gli indugi ad un quarto d’ora
dalla presentazione della lista al signor Mattei di Macerata. Giochiamo
in scioltezza, Wilson e Manfredonia si alternano nelle offensive, Tassotti e
Citterio stanno annullando i loro avversari diretti. I migliori davanti sembrano
Vincenzino e Viola, che scorribandano dal centrocampo in su con una facilità
quasi irridente. Si rientra negli spogliatori nel silenzio di un San Paolo che
ha scelto di non fischiare la squadra ma l’impressione è che Lazio abbia vinto
ai punti.
Nel secondo tempo proviamo a vincere la partita. Il
Napoli sembra non credere nelle proprie forze e si chiude spesso all’indietro.
Viola al 53’ effettua uno slalom tra i difensori, entra in zona tiro e scaglia
un bolide dal vertice destro dell’area che ammutolisce il San Paolo terminando
di poco fuori. Cinque minuti più tardi D’Amico calcia benissimo una punizione,
al centro c’è capitan Wilson, tiro di collo destro e pallone deviato in corner
da Ferrario. Poi ancora un tentativo di Giordano, che entra in area circondato
da due inseguitori che lo spingono verso l’esterno costringendolo ad un tiro decentrato
ed impreciso. Nell’ultimo quarto d’ora il pallino passa al Napoli. Ma né
Vinazzani, né Capone, né soprattutto Speggiorin riusciranno a mettere paura ad
una squadra che ha provato a vincere per tutti i novanta minuti.
Era un calcio completamente diverso da quello di oggi, dove ad ogni partita si presentano quasi quattro squadre e si effettuano fino a dieci sostituzioni. Quel giorno giocammo bene, in leggerezza. Era dicembre, erano gli ultimi giorni del decennio che si colorò delle imprese della Banda Maestrelli. Sarebbero arrivati “gli Anni Ottanta dei tifosi della Lazio”. Per chi li ha vissuti, per i tifosi di quella generazione, il Napoli-Lazio di venerdì sera non sarà altro che una partita prestigiosa da provare a non perdere. E, perché no? – anche da provare a vincere. Forza Lazio!
Ugo Pericoli