Cari fratelli Laziali,

il gran parlare che si sta facendo in questi ultimi tempi riguardo allo Stadio Flaminio, ci ha fatto venire voglia di andare a riscoprire alcune vecchie partite che si disputarono in una delle location più “laziali” che esistano.  

Per l’amarcord di oggi vi riportiamo all’11 febbraio del ‘68, alla XXIII giornata del Campionato di Serie B 1967/68. Esattamente cinquantasette anni fa, giorno più giorno meno, la Lazio di Renato Gei incrociava le spade con il Monza di un allenatore giovane e promettente come Gigi Radice.

Questa la Lazio: Di Vincenzo, Zanetti, Adorni, Ronzon, Soldo, Governato, Fortunato, Carosi, Fava, Cucchi e Dolso.

Due parole sul Monza che affrontammo quel giorno. Nella formazione, un calciatore che avrebbe caratterizzato il decennio successivo, Claudio Sala, che nel Torino si sarebbe guadagnato l’appellativo di “poeta del gol”. Quella domenica al Flaminio è ancora un perfetto sconosciuto, che scende in campo insieme agli altri dieci compagni di squadra: Ciceri, Perego, Magaraggia, Fontana, Luigi Maldera (il fratello di Aldo), Beltrami, Ferrero, Prato, Strada e Costanzo.

Il Monza parte subito bene, forte di una striscia positiva di risultati e inizia a metterci in difficoltà con il suo gioco ordinato, che vede al suo vertice il ventenne Claudio Sala, rientrato dal prestito al Napoli, club nel quale non aveva avuto molte occasioni per mettersi in mostra. Nel “suo” Monza è tutta un’altra cosa, e dopo un tentativo di Governato e un dubbio fallo in area su Fava, i brianzoli tornano a rendersi pericolosi con Ferrero e soprattutto con Costanzo, il cui tiro cross viene sventato con abilità da Di Vincenzo. Al 12', dopo una combinazione Carosi-Fava, Fortunato lascia partire una bordata, fortunosamente deviata da Perego. Poco dopo, Dolso serve Cucchi, il cui pallonetto si perde a pochi centimetri dal montante. Passano i minuti, ci proponiamo nuovamente in avanti, ma i tentativi di Carosi, Fortunato e Cucchi risultano tutti imprecisi. Alla mezz'ora, ubriacante show di Claudio Sala, sul quale Di Vincenzo non si lascia sorprendere, e poi un gran tiro di Costanzo che termina fuori di un nulla. Al 40', Cucchi riceve da Soldo e tira fortissimo, ma Ciceri sventa in angolo. Quando pensiamo che il primo tempo sia ormai scaduto, passiamo in vantaggio. Pallone da Cucchi a Carosi, e da questi a Governato, il quale indovina l'angolo di Ciceri, che è sembrato tuffarsi in ritardo sul tiro del "Professore".

Il Monza rientra negli spogliatoi con un carico di nervosismo non facile da gestire. E infatti, a inizio ripresa, arriva immediato il nostro raddoppio. Fortunato crossa al centro per Fava, il quale ha tempo per mettere palla a terra e calciare con forza. Ciceri, ancora una volta si mostra disattento, lasciandosi sfuggire il pallone che gli rotola beffardamente alle spalle. Ciceri si china per raccoglie il pallone dal sacco, è vistosamente frastornato per i due errori, quasi consecutivi, e poco dopo quasi non ne commette un altro, salvandosi fortuitamente da un malizioso pallonetto di Cucchi.

Al 65', Arrigo Dolso (ritratto nella foto articolo) corona la sua esibizione raccogliendo un filtrante di Adorni e scaricando in fondo alla rete un gran tiro di sinistro. Sfioreremo più volte il quarto gol, ma chi era presente quel giorno, fu più che soddisfatto per il risultato della giornata.

Perché tornammo al successo dopo un'astinenza di due mesi. Non andavamo a segno dal rigore di Fortunato nella trasferta di Bari. Non segnavamo su azione da prima di Natale, dal 10 dicembre, a Venezia.

Era una Lazio per niente brillante, che avrebbe chiuso il campionato in undicesima posizione, nell’anonimato (e nella miseria) di 38 punti, quattro in meno del piccolo Monza, che avrebbe chiuso in ottava posizione con quattro punti più di noi.

Domenica giocheremo alle 15, come ai cari vecchi tempi. Il Monza è ultimo in classifica. Non vogliamo aggiungere altro. Forza Lazio!

Ugo Pericoli