Cari fratelli Laziali,
ritorniamo in Lombardia dopo dieci giorni, spostandoci
dalle rive del lago di Como all’operosa Brianza.
Operosa: all’epoca della
partita che ci accingiamo a ricordate, questa parte d’Italia veniva descritta in
questo modo retorico e antico, come a voler rimarcare, seppur indirettamente, la
supposta fannulloneria degli abitanti delle altre regioni italiane. In verità,
per tutta una serie di situazioni, noi a Monza non abbiamo mai avuto vita
facile.
In attesa dell’imminente sfida dello U-Power Stadium,
ce ne torniamo indietro al 15 giugno ’69. Era il Campionato di Serie B 1968/69,
la 37° e penultima giornata.
A inizio stagione, il Monza è stato affidato ad un
allenatore emergente. Stiamo parlando nientemeno che di Nils Liedholm.
Quel giorno la sua scelta cade su Castellini, Perego, Magaraggia, Dehò,
Marcolini, Fontana, Vivarelli, Prato, Strada, Caremi e Achilli.
Siamo saliti in Brianza solo per farci una bella gita.
Siamo già stati promossi in Serie A. Tutto appare sotto controllo e Lenzini
ha preferito spedire Lorenzo a Catanzaro per visionare Papadopulo,
un difensore attenzionato da mesi. Anche Ghio non è venuto a Monza, gli
è stata concessa una giornata in libera uscita. A capo del gruppo vacanze
c’è Bob Lovati, l’allenatore in seconda, che concede una vetrina
Lorenzetti e poi, per il resto, manda in campo i soliti noti: Di Vincenzo,
Zanetti, Facco, Governato, Soldo, Marchesi, Morrone, Mazzola, Fortunato, Lorenzetti
appunto e Cucchi numero 11. La panchina, come al solito striminzita, è composta
da Fioravanti e da un assonnato Massa.
Al Monza occorre almeno un punto per la matematica
salvezza e Liedholm predispone una squadra prudente. Nella prima mezz'ora, i
locali mostrano una leggera superiorità territoriale ma occasioni, da una parte
e dall'altra, non arrivano. Al 35' giunge l'episodio chiave: l'arbitro Mascali
di Desenzano del Garda, che sin dai primi minuti aveva mostrato una propensione
per i monzesi, espelle Fortunato. Il nostro è stato falciato da Prato, quando
si rialza, trova ad attenderlo un cartellino rosso. Simulazione? Una parola
detta all’avversario o all’arbitro? Negli spogliatoi, Fortunato giurerà
di non aver fiatato e l'espulsione rimarrà un mistero.
Il Monza, in superiorità numerica, comincia ad
attaccare ma noi teniamo bene. All’ultimo minuto del primo tempo, c’è un tiro
sporco di Prato, una bordata rasoterra da venti metri, che sguscia da un
groviglio di gambe ed entra nell'angolino della porta di Di Vincenzo. Monza
immeritatamente in vantaggio.
Secondo tempo.
Ci portiamo in avanti ma il contropiede degli avversari sembra più produttivo
del lavoro dei nostri attaccanti. Al 58', Vivarelli centra il palo, sfiorando
il raddoppio. Poi, sarà solo Lazio: cinque minuti dopo, infatti, Castellini non
riesce a trattenere una bella conclusione di Mazzolino (ritratto
nella foto) e cade addosso a Facco, il pallone è raccolto da Massa –
da poco entrato al posto di un evanescente Lorenzetti - che lo gira al volo in
fondo alla rete. I nostri non fanno in tempo ad esultare che la rete del pari
viene annullata per carica al portiere. La decisione dell’arbitro appare
assurda anche agli spettatori di casa ma i nostri non sembrano curarsene più di
tanto. Vanno ancora all'assalto della
porta avversaria ma Morrone prima, Governato poi e in ultimo,
anche Ferruccio Mazzola, sciupano tre occasioni più che favorevoli.
All'83', il pareggio sembra nuovamente nell’aria, ma Mazzola,
a portiere battuto, colpisce il palo.
Avremmo meritato una vittoria e invece terminerà così,
con una striscia di 15 risultati utili consecutivi interrotta da una sconfitta
indolore.
Nel viaggio di ritorno però, il gruppo vacanze Lazio
avrebbe festeggiato lo stesso. Perché i risultati delle altre partite ci assegnarono
la vittoria matematica del Campionato, potendo vantare 3 punti di vantaggio sul
Brescia e sul Bari.
Stava per arrivare il decennio degli Anni Settanta e
con esso, sarebbe cambiata tutta la nostra storia.
Domenica prossima, rispetto a quanto abbiamo appena ricordato, il mood non potrebbe essere più diverso: la stagione è ancora tutta da scrivere e, vista la nostra ottima classifica, in palio ci sono altri tre punti, sicuramente fondamentali. Forza Lazio!
Ugo Pericoli