Cari fratelli Laziali,
siamo attesi da un programma fittissimo, ricco di
eventi tutti in chiave biancoazzurra!
Sabato avremo il preludio, con la mostra Lazio
Meravigliosa nella sala Sinopoli dell’Auditorium, un appuntamento
romantico, storico, imperdibile, che culminerà in un bagno di Lazialità domenica
all’ora di pranzo, prima e durante la partita con l’Empoli. L’incontro inizierà
alle 12:30 e immaginiamo che il Popolo Laziale si presenterà in massa
all’apertura dei cancelli. Come ai cari vecchi tempi, come in quel lontano 12
maggio di mezzo secolo fa.
Il nostro appuntamento-amarcord, questa settimana ci
riporta invece al 1° giugno 1986, alla terzultima giornata del campionato di Serie
B 1985/86.
Dopo dodici anni, quella Lazio Meravigliosa è
decaduta. È come sparita. Gli innamorati della squadra più antica della
Capitale abbracciano una Lazio piccola e squinternata, partita male in un
campionato maledetto, mal gestito fin dal principio. Il peggio, purtroppo, sarebbe
ancora dovuto venire. Come vedremo, il tifoso laziale le ha passate veramente
tutte.
Ma torniamo a quella Lazietta, che Gigi Simoni mandò
in campo così: Ielpo, Podavini, Calcaterra, Fonte, Piscedda, Magnocavallo, Poli,
Giuseppe Corti, Damiani, Caso e Garlini.
A disposizione ha una panchina malinconica, con
Vincenzino accucciato in mezzo ai compagni che indossano la tuta: Carlini,
Perna, Torrisi e Toti. Sarebbero state le ultime settimane di Vincenzo
D’Amico alla Lazio. Forse, in quel momento, avrebbe preferito non esserci,
non sedere su quella panchina, non presenziare a quel disastro imminente.
Sarebbe stato un pomeriggio affannoso. Non solo per il
caldo estivo. L’Empoli di Gaetano Salvemini si trova nel momento di
massimo sforzo e sta tentando di approdare nella massima serie per la prima
volta nella sua storia. È un Empoli in formazione-tipo: Drago, Miggiano,
Gelain, Della Scala, Picano, Salvadori, Cecconi, Urbano, Della Monica, Casaroli
e Cipriani.
Che strana sensazione! Ad inizio stagione, avevamo
immaginato di trovarci quanto meno nella posizione di classifica occupata dai
toscani. Invece siamo sull’orlo del baratro, proprio come alla vigilia dei
Mondiali di Spagna. In quell’occasione, Vincenzo D’Amico ci aveva ripreso
per i capelli, e ci aveva risparmiato la Serie C e il più che probabile
fallimento.
Oggi, quattro anni dopo, alla vigilia del Mundial
messicano, non potremo nemmeno contare sullo stellone di Vincenzino.
D’Amico non sarà della partita, dovremo evitare di inciampare, perché il minimo
errore potrebbe significare ritrovarsi con un piede in Serie C.
Siamo in Ventimila, forse poco meno. Nannà,
na-na-na-na-na, nanna-nannà, nannà, intoniamo la marcia
trionfale dell'Aida. Noi Eagles proviamo ad esorcizzare la paura cantando
l’aria verdiana. Ciò nonostante, soffia
un’atmosfera malinconica, irreale, una sensazione scomoda e nemmeno molto
piacevole da ricordare. Nei primi minuti Mimmo Caso prova ad inventarsi
qualcosa, un lancio a favore delle punte. Andate a rileggervi la formazione.
Con D’Amico in panchina, è Caso il nostro giocatore di maggior classe.
Ci prova Podavini, uno che in passato ci ha sempre messo l’impegno, ma
quest’anno non gira nemmeno lui. Poi sarà lo stesso Caso ad impensierire
il portiere Drago, che appare sicuro e autorevole nella presa. Quando il
signor Casarin fischia la fine del primo tempo abbiamo la gola secca. Il
bibitaro è preso d’assalto, lo circondiamo sulle scalette,
sventagliandogli le Mille e cinquecento lire, sperando che le afferri e ci
restituisca una Coca Cola ghiacciata. Lo stadio Olimpico appare sbiadito, i
marmi sembrano trasudare una patina bianca, una luce che affiora sbiadita dal
riflesso lattiginoso da estate metropolitana.
Simoni ha supplicato Oscar
Damiani di mettercela tutta. Da lui, dopo una carriera gloriosa con le varie
big del calcio italiano, si attende un golletto-salvezza. Al 20’, Poli avrebbe
una buona occasione per portarci in vantaggio ma si smarrisce davanti a Drago.
A un quarto d’ora dalla fine, Cecconi colpisce in pieno la traversa. È
un incubo, la nostra Lazio sta davvero andando in serie C. In curva, non
abbiamo nemmeno voglia di fischiare, tanta è la rassegnazione che ci manca pure
la fantasia. Continuiamo a cantare la marcia dell’Aida, un mantra ossessivo che
s’interrompe per una trentina di secondi, quando vediamo Fabio Poli
lasciare il campo per far spazio a D’Amico. Qualche minuto, e sarà proprio
Vincenzino (ritratto nella foto in tre diversi momenti della sua vita da Laziale) ad
obbligare Drago alla parata della domenica, un intervento decisivo. E
ancora, nuovamente Mimmo Caso – sguardo serio e temperamento silenzioso
- prova a segnare con un potente sinistro dal limite, cogliendo un palo
clamoroso. Da circa quaranta giorni, il giovane Mario Ielpo è diventato
il portiere titolare della Lazio. Ha preso il posto di Astutillo Malgioglio,
che ha preferito farsi da parte dopo il pomeriggio maledetto vissuto con il
Lanerossi Vicenza. Tocca quindi a Ielpo evitarci un pezzo di Serie C, togliendo
miracolosamente dall'angolino basso, l’incornata mortifera dello scatenato Cecconi.
La partita, quel Lazio-Empoli, terminò con un pareggio
a reti bianche. Come il colore del cielo di quel giorno, cui mancava
completamente l’azzurro, il colore della Lazialità. Quasi un omaggio del
cielo verso quell’eterno ragazzo, quel campione, anche di modestia, che alla
“sua” Lazio aveva veramente dato tutto, perfino sé stesso: Vincenzo D’Amico.
Eravamo ai titoli di coda.
Quella stagione maledetta, per noi si sarebbe conclusa solo due mesi dopo, il
26 agosto. Con il processo d'appello alla CAF, che mitigò la pena capitale
per illecito sportivo, in una penalizzazione di 9 punti da scontarsi la
stagione successiva.
In un mondo che, a noi laziali, sembrava non ci
volesse più, le cose giravano veramente al contrario: l’Empoli riuscì infatti a
conquistare la sospirata promozione in Serie A in modo rocambolesco: dopo una
lenta partenza, la prima vittoria sarebbe arrivata solo alla sesta giornata
contro l'Arezzo, crebbe alla distanza, e dopo aver chiuso il girone di andata a
20 punti, nel girone di ritorno ne ottenne ben 25, facendo meglio di tutte le
contendenti. Mentre la Lazio si trovava sull’orlo della Serie C, al
termine del torneo l’Empoli era al 4° posto, dietro all’ Ascoli con 50 punti, al
Brescia con 47 e il Lanerossi Vicenza con 46. L’Empoli non era dunque riuscito
a salire in Serie A. Ma il nuovo scandalo, quello che stava mandando la Lazio
in Serie C, riscriverà anche i verdetti della stagione. Il Lanerossi Vicenza verrà
infatti escluso dal campionato di Serie A e al suo posto verrà promosso l'Empoli,
che conquisterà la sospirata promozione ad estate inoltrata.
Domenica 12 maggio 2024,
oltre che celebrare il ricordo di una squadra meravigliosa che fece innamorare
tutti, avremo la possibilità di conquistare 3 punti fondamentali, avvicinandoci
ad una ennesima qualificazione in Europa League, un torneo che, noi
Laziali che abbiamo una certa, vorremmo poter finalmente vincere, una
volta nella vita!
Buona Lazio a tutti!
Ugo Pericoli