Cari fratelli Laziali,
questo campionato che prosegue senza soste ci affascina e ci
comprime allo stesso tempo. Prendiamoci una pausa e tuffiamoci in un Lazio- Cagliari ricco di fascino, quello che si giocò il 1° febbraio 1970.
Siamo a Roma, lo stadio Olimpico è stracolmo, è la 19°
giornata del Campionato di Serie A 1969-70. Mancano tre mesi a Mexico ’70.
Juan Carlos Lorenzo ha fatto le sue scelte: Sulfaro,
Papadopulo, Facco, Wilson, Polentes, Marchesi, Massa, Ferruccio Mazzola,
Chinaglia, Ghio, Governato. In panchina Di Vincenzo e Morrone.
È il Cagliari delle meraviglie: Albertosi,
Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Nené, Domenghini, Brugnera, Gori,
Greatti e Riva. A disposizione di Ugo Conti, il vice di Manlio
Scopigno, il secondo portiere Reginato e Poli.
Il Cagliari è primo in classifica. Sono tantissimi i sardi
che vivono e lavorano a Roma, e l’entusiasmo in città è incontenibile.
I Laziali si sentono però motivatissimi, sanno che, in
tribuna Monte Mario, è presente il C.T azzurro Ferruccio Valcareggi,
accorso per prendere il polso a mezzo Cagliari e soprattutto, osservare dal
vivo quello che, in quel momento, risulta essere uno dei più forti e moderni centravanti
del mondo, Gigi Riva. Insomma, non ci stanno a recitare il ruolo di
comparsa e partono subito all’assalto.
Al 4’, Mazzola serve un gran pallone per Facco,
che però sciupa tutto con un tiro alto sopra la traversa. Risponde Riva, che bussa
due volte: al 10' e all'11' ma senza risultato. Al 19', Chinaglia è
spintonato da Brugnera, sono in area ma il signor Francescon lascia correre.
Il Cagliari poi ingrana la quinta. Sulfaro si salva
su colpo di testa di Riva, poi respinge con i pugni una sventola dello stesso Riva
e poi, al 25', deve volare su una staffilata di Greatti.
Alla mezz'ora, Massa scatta sul fondo e crossa per Ghio
che gira di testa troppo debolmente per impensierire Albertosi.
Al 38', in area, Cera tocca il pallone con il braccio ma Francescon
non interviene nemmeno stavolta.
Secondo tempo
Albertosi rassicura Valcareggi sul suo stato di forma,
sfoggiando un grande intervento in risposta a una sassata di Massa, poi Papadopulo
e Marchesi sventano la minaccia di un nuovo tentativo di Riva.
È una bella partita. Al 56', il Cagliari passa in vantaggio. Gori opera un cross dalla destra ma Riva manca l'aggancio. L’imprevedibile “liscio” da parte di Riva, sbilancia la nostra difesa, il pallone giunge a Domenghini che scarica a rete, nell'angolo alto della porta di Sulfaro.
Lorenzo inserisce un altro centravanti. Esce
Mazzola, entra Morrone. I nostri ripartono con la bava alla bocca, al 66' Ghio,
Governato e Morrone, cercano di scardinare la porta difesa da Albertosi. È
una Lazio iper-offensiva e un minuto più tardi, dopo un tentativo di Governato,
Facco impegna nuovamente Albertosi.
Ghio ha sui piedi due belle occasioni ma Albertosi sembra
un totem insuperabile. Il Cagliari a quel punto non vuole correre rischi e si
fa sotto, volendo chiudere il discorso e la partita. Brugnera prima e Domenghini
poi, impegnano Sulfaro in due interventi prodigiosi ma poi i cagliaritani
vanno sul 2-0.
Brugnera passa a Gigi Riva che conclude con un sinistro
terrificante che non lascia scampo a Sulfaro.
Sarebbe finita così, in un pomeriggio di sole gelato dalla
tramontana, che rese il cielo terso, con la neve visibile alle spalle della
tribuna Tevere, sulle cime delle montagne, là dove il Lazio ruba terra
all’Abruzzo, con il classico punteggio all'inglese, 2 a 0 per gli ospiti, che
confermarono di essere il Cagliari delle meraviglie.
In settantamila salutarono quella Lazio bella e perdente,
che avrebbe chiuso il campionato con un onorevole ottavo posto. Un altro calcio,
un altro tempo, certamente più ingenuo ma genuino e a misura d’uomo, come deducibile
dalla foto articolo che vi proponiamo. Cinquantaquattro anni fa, così veniva
narrata la Lazio ai giovanissimi lettori del Corriere dei Piccoli.
Lunedì sera sarà un altro appuntamento di quelli, sulla carta, maggiormente abbordabili. Detto ciò, servirà un’impresa. Forza Lazio!
Ugo Pericoli