Cari fratelli Laziali,

serve cambiare rotta già dalla prossima partita del "Bentegodi". Per l’amarcord di oggi vi riportiamo proprio in questo stadio, ad una domenica di quasi sessant’anni fa.

È il 17 marzo del ‘68 siamo ormai a ¾ del Campionato di Serie B 1967/68.

Non ci attendiamo tantissimo da questa XXVIII giornata, stiamo disputando uno dei nostri più deludenti campionati di sempre ma c’è da onorare il torneo. 

Il Verona di Nils Liedholm è lanciato verso la promozione in Serie A. La formazione è quella tipo: De Min, Ranghino, Tanello, Mascetti, Savoia, Batistoni, Sega, Nuti, Bui, Bonatti e Daolio.

La Lazio di Bob Lovati è la seguente: Di Vincenzo, Zanetti, Castelletti, Ronzon, Soldo, Governato, Morrone, Massa, Sassaroli, Gioia e Fortunato.

Bob ha messo bene la squadra in campo, il Verona schiacciasassi sembra fare molta fatica. Bui impegna Di Vincenzo con due bei colpi di testa, poi il nulla fino al 44’, quando, a seguito di un’azione travolgente tra Massa e Morrone, Fortunato si ritrova tra i piedi il pallone del potenziale vantaggio ma il suo tiro si perde sull'esterno della rete. Fa caldo, a Verona la primavera è già sbocciata e la partita ne risente, con ritmi bassi, gioco cantilenante, tocchettini a centrocampo. Si rientra negli spogliatoi sul risultato di 0 a 0. L'inizio della ripresa sembra la fotocopia della prima parte di gara, poi, arriva il 62'. Siamo in avanti, Gioia crossa basso verso il centro, ma Nuti intercetta e rilancia rapido l'azione che Soldo interrompe in corner. Sul tiro dalla bandierina, Di Vincenzo respinge di pugno e il pallone finisce proprio sui piedi di Bui che, senza nessuna esitazione, insacca di precisione.

Ci lanciamo in attacco, anche perché non abbiamo nulla da perdere. Massa impegna De Min in un acrobatico intervento, poi al 67' Morrone arriva con un attimo di ritardo su un allungo dello stesso Massa. Seguono due conclusioni di Fortunato che sorvolano la traversa.

Insospettabilmente, il Verona, che è molto più motivato di noi, si è totalmente chiuso in difesa. In effetti, gli Scaligeri stanno andando in Serie A. Avrebbero solo da perdere, in caso di un nostro gol. E infatti si difendono in undici, mentre noi attacchiamo a pieno organico. Al 76', Zanetti calcia non lontano dal palo. Segue un altro tentativo di Fortunato che spara addosso al portiere, poi Sassaroli che non riesce a ribattere in rete. All’ultimo minuto, Morrone - servito a perfezione da Gioia - spara su De Min in uscita.  

Finì così, con un ingiusto 1 a 0.

Il Verona ottenne la vittoria con un solo tiro in porta in tutto il secondo tempo. Come abbiamo visto, anche nel recente e catastrofico Derby, a volte non è sufficiente prendere a pallonate l’avversario. Capitò così anche quella domenica pomeriggio, fu una sconfitta immeritata. Bob Lovati ebbe il grande merito di ricompattare subito i giocatori, evitando guai peggiori. Dopo un promettente avvio, la squadra (ritratta nella foto scattata al Flaminio prima della partita di Coppa Italia contro il Perugia) iniziò a perdere rapidamente fiducia in sé stessa. Dopo la partita di Verona, l’ambiente si era talmente depresso che lo spettro della retrocessione in Serie C, non era poi così tanto “invisibile”. Eravamo infatti a tre soli punti dalla distanza di sicurezza.

Sperando che gli infortunati possano recuperare il prima possibile e di tornare ad essere più precisi sotto porta, auguriamo a tutti i tifosi una vittoria ristoratrice. Forza Lazio!

Ugo Pericoli