Cari fratelli Laziali,
bello riscoprirsi felici e ricchi di Lazialità nella
settimana del poker mostrato ai Campioni d’Italia. Abbiamo dedicato la vittoria
a Giorgio Chinaglia nella settimana del suo compleanno. Vogliamo
continuare a parlarvi di Long John anche in questa puntata. La partita che
ricorderemo oggi sarà infatti il primissimo Lazio-Fiorentina giocato da un
Chinaglia appena ventiduenne, arrivato ad inizio estate dall’Internapoli
1964, la seconda squadra di calcio della splendida città partenopea.
Torniamo dunque al 19 ottobre 1969, alla sesta
giornata del campionato di Serie A 1969-70
Lorenzo dispone di tutti
i titolari: Di Vincenzo, Wilson, Facco, Cucchi, Soldo, Marchesi, Massa,
Governato, Chinaglia, Ghio e Morrone. È un derby tutto sudamericano quello tra
le panchine, noi abbiamo un gaucho argentino e loro un Petisso
brasiliano, Bruno Pesaola.
La Fiorentina ha tre assenze assai importanti: Rizzo,
Merlo ed Amarildo. Largo dunque a Superchi, Rogora, Longoni,
Cencetti, Ferrante, Brizi, Mariani, Esposito, Maraschi, De Sisti e Chiarugi. Meno
male che erano rimaneggiati perché dopo tre minuti sono già in vantaggio:
azione sulla destra di Mariani che mette al centro per Maraschi, involontario
tocco per Chiarugi che prima si aggiusta il pallone con un braccio e poi
batte il nostro Di Vincenzo. Il fallo del numero 11 viola è evidente ma il
signor Torelli di Milano non ha a disposizione ne moviola né VAR. Andiamo in
barca: prima Esposito e poi Cencetti vanno vicini al raddoppio. Anche Chiarugi
potrebbe fare una doppietta. Noi, superato l’uragano del primo quarto d’ora
sembriamo di nuovo nelle condizioni di poter rimediare.
Ghio, Cucchi e Chinaglia sfiorano il goal nel giro di
tre minuti poi, al 17', Wilson vince due contrasti e serve Governato.
Fuga in velocità e poi, dal fondo, il Professore lascia partire un cross
che prende le forme di un tiro ad effetto: è il gol dell’1 a 1. Passano tre
minuti e arriva il raddoppio: Massa serve Soldo sganciatosi in avanti, questi
smista su Cucchi al centro dell'area, cannonata del numero 4 e grande respinta
di Superchi, il pallone torna allo stesso Cucchi che ribadisce in rete e
Lazio in vantaggio. Chiarugi tenta di riportare subito in avanti i compagni ma deve
vedersela con la nuova mediana difensiva laziale che un Pino Wilson poco
più che baby si è candidato a guidare per il futuro prossimo. Al 26' arriva il
tris: Ghio entra in area, slalom su tre avversari che salta come paletti sulla
pista, Ferrante non trattiene e Chinaglia è lesto ad infilare un preciso
rasoterra per il 3 a 1. In 9 minuti la Lazio neopromossa ha messo al tappeto i Campioni
d’Italia. Lorenzo negli spogliatoi da disposizioni ai giocatori: congelar el
juego!
La Fiorentina è scesa in campo con un ingiustificato
atteggiamento passivo, giocherella senza costrutto senza mai affondare il colpo.
Non un bel modo per iniziare il secondo tempo. Al 65' Chinaglia crossa dalla
destra e Ghio, in torsione, vola di testa. Superchi è quasi superato ma la sua parata
è da applausi. La Lazio ha in organico ben due gaucho, uno burbero in panchina
e un altro, molto più affabile, in campo. È passata da poco l’ora di gioco
quando Morrone chiude uno scambio Cucchi-Ghio e spedisce in gol nell'angolo
lontano dove Superchi non può arrivare: 4 a 1. La Fiorentina a quel punto è al
tappeto ma trova il suo attimo di ribellione con Cencetti, che impegna
severamente Di Vincenzo che d’istinto evita il 4 a 2.
Ed invece, qualche minuto più tardi, l’idolo deli
tifosi, Peppiniello Massa lancia Chinaglia sul filo del
fuorigioco e baby Long John calcia in diagonale sull'uscita del portiere
viola che riesce solo a smorzare il pallone: la palla si deposita in rete per
uno dei più clamorosi dei 5 a 1 della storia del calcio italiano.
Quel giorno, infatti, si registrò un record: mai
prima d’ora nel campionato di Serie A, una squadra neopromossa aveva superato quella
con lo scudetto al petto con una differenza di quattro gol ed è un record sulla
cui durata avremmo la curiosità di indagare.
Noi amiamo ricordare quella domenica perché coincise
con la prima doppietta di Giorgio con la maglia della Lazio, una divisa
quell’anno ricca di fascino “antico”, come si può vedere nella foto che abbiamo
scelto per l’articolo: era la “foto ufficiale” del campionato 1969-70.
Giorgio Chinaglia è stato - e continua ad essere - un
generatore di laziali e di Lazialità. Lo è anche per la Generazione Alpha,
quella composta dai nati dopo il 31 dicembre del 2000.
Curiosamente, per gli atteggiamenti, questa
generazione sembra molto più “chinagliesca” della nostra, di noi
che abbiamo una certa e Giorgio l’abbiamo visto con i nostri occhi.
Eppure, mentre noi continuiamo ad essere chiusi nel nostro (scaramantico?)
pessimismo cosmico, i nostri tifosi più giovani sembrerebbero molto più sicuri
e baldanzosi di quanto non lo fossimo noi.
Noi, che sul due a zero sul Milan temevamo il recupero
patito dall’Empoli e già guardavamo l’orologio, loro invece chiedevano alla
squadra di asfaltare l’avversario. Proprio come avrebbe desiderato fare anche
Long John.
Martedì sera avranno festeggiato anche Lassù e noi, che ci abbiamo preso gusto, vorremmo che domenica alle 18, i nostri ripetessero un risultato come quello che vi abbiamo raccontato. Forza Lazio!
Ugo Pericoli