Cari fratelli Laziali,
e meno male che doveva essere una sosta benefica! Due settimane vissute respirando i veleni rilasciati dalla Gazzetta, una testata divenuta non solo ostica, ma addirittura avversa a qualunque cosa riguardi casa-Lazio. Preferiamo sorvolare perché non vogliamo alimentare le polemiche. Tra una minaccia di causa legale e uno show per l’aereo personalizzato (idea fantastica, non più di dieci squadre al mondo ne hanno uno) abbiamo anche trovato il tempo per un suicidio annunciato: Luis Alberto ha sbagliato di grosso, ma pensiamo che sarebbe delittuoso rinunciarvi nella decisiva partita col Crotone. Soprattutto ora, dopo aver saputo dell’ennesima positività di un altro dei nostri moschettieri. Milinkovic dovrà saltare la partita e, probabilmente – anche il decisivo match di Champions contro lo Zenit. L’unica buona nuova ce l’ha regalata l’eroe del 26 maggio. Senad Lulic è vicino al rientro! In settimana è apparso più che brillante in allenamento. Probabilmente, sarà il nostro miglior acquisto a campionato in corso.
La partita di sabato è ormai alle porte e non vorremmo essere nei panni di Inzaghi. Ennesimo rebus per lui, proprio nello stadio dove le cose non andarono bene, tre stagioni fa. Da qualche ora è tornato disponibile Immobile, se ne stanno valutando le condizioni, anche se – per come lo conosciamo, Ciro ha una rabbia dentro che spaccherebbe la porta. Il responso spetterà ai medici, vedremo.
Per il ricordo di oggi non dobbiamo andare troppo lontano, ma solo al 13 maggio 2018, alla penultima giornata del campionato 2017-18, quando andammo a giocare in una Crotone più infuocata che mai. Loro si dovevano salvare, noi avevamo a disposizione il primo matchball per centrare la qualificazione nell’Europa che conta, ai danni dell’Inter.
In panchina, uno Zenga più agitato del solito scelse i suoi: Cordaz, Sampirisi, Ceccherini, Capuano, Martella, Rohden, Barberis, Mandragora, Faraoni, Simy e Nalini.
Noi con Strakosha, Wallace, de Vrij, Radu, Basta, Murgia, Leiva, Milinkovic, Lulic, Felipe Anderson e Caicedo.
Dunque, arriviamo in Calabria con la squadra a pezzi, priva di due dei suoi migliori giocatori, guarda caso, proprio Ciro Immobile e Luis Alberto. Per nostra fortuna l’indomito Lulic trova il modo di farsi atterrare in area da Ceccherini e induce il signor Mazzoleni a concedere un rigore quasi a freddo: è lo stesso Senad che trasforma il penalty e per un quarto d’ora ci sentiamo con la testa già in vacanza. Infatti, per i successivi 15 minuti schiacciamo i calabresi dentro la loro trequarti. Gli uomini di Zenga però tengono botta, il loro istinto di sopravvivenza è più forte di qualsiasi schema tattico o modulo.
Orgogliosamente, alla prima occasione Simy pareggia i conti. Cross di Martella dalla sinistra, il nigeriano è bravo ad anticipare di testa Radu. Errore pesante di Stefan che non s’intende con Basta per far scattare il fuorigioco. La posizione di Simy viene controllata e convalidata dal Var. Nonostante sia come una finale, sia Felipe Anderson che il Sergente stanno giocando molto sotto le aspettative. I due si sono spesso persi in dribbling con giocate di “suola” poco concrete.
Nulla però, rispetto al gol divorato da Caicedo (ritratto nella foto con la maglia a bande larghe verticali di allora), quando si era ancora sullo 0 a 1 per noi, che incredibilmente ha sbagliato tutto quel che c’era da sbagliare nel corso di un’azione soltanto: solo davanti al portiere avrebbe tempo e modo perfino di aggirarlo, oppure tirare di collo pieno in modo angolato. Invece balbetta davanti all’estremo difensore, quasi saltella con passettini incerti prima di lasciar partire il più inguardabile dei pallonetti. Cordaz rimane impassibile e lo costringe ad un tiro incredibilmente sgraziato. Sarebbe stato il 2-0. Al suo primo campionato, Felipe non era ancora il giocatore che avrebbe mandato “in pensione” Cesarini, al coro di “Amami o faccio un Caicedo”, e non solo per i 30 gol di differenza da Re Ciro, ma perché sembrava che lui e Immobile giocassero in squadre diverse.
Dall’altra parte, ecco Ceccherini prontissimo a farsi perdonare il fallo da rigore su Lulic, sfruttando un’indecisione di Strakosha: 2 a 1 per i crotonesi che restano aggrappati alla serie A. Sconforto totale, Inzaghi non crede ai suoi occhi, e nemmeno noi, che ci risvegliamo di colpo nel bel mezzo di un incubo. A salvare la patria ci pensa il redivivo Milinkovic, che si traveste da centravanti siglando la sua rete numero 12, eguagliando così il record di Sant’ Antonio da Candreva. Una mazzata per il Crotone, che deve incassare anche i risultati positivi provenienti dai campi dove sono impegnate le sue dirette concorrenti per la salvezza. Ci aspettiamo 6 minuti (più recupero) all’arma bianca, in stile Fort Apache! Lasciamo il divano e ansiosamente seguiamo la partita in piedi. Purtroppo, nonostante la condizione psicologica a favore non riusciamo a riportarci in vantaggio, anzi, nel finale – ci tocca subire de Vrij che si lascia andare all’ennesimo omissis. Che giornata! Nani, subentrato nella ripresa, sembrò la parodia di sé stesso (fu uno dei più clamorosi flop dell’era lotitiana) e la partita si concluse sul fallimentare 2 a 2, che suonò come una sconfitta per entrambe le contendenti.
Tornammo a Roma con i nervi a fior di pelle, probabilmente intuendo che non sarebbe finita bene. Proprio come accade oggi, per tutta la settimana la Gazzetta (e non solo…) calcò la mano sul fatto che de Vrij aveva già firmato il suo nuovo contratto proprio con la concorrente diretta per l’accesso alla Champions. De Vrij, Spalletti, l’Inter. Ormai è acqua passata, siamo in Champions e abbiamo una squadra molto attrezzata per battere qualsiasi avversario, Covid-19 permettendo.
Con Immobile da valutare, sabato potrebbe toccare di nuovo a Caicedo. Oggi, il panterone è un idolo della tifoseria ed è consapevole di tornare sul luogo del misfatto. Lo sa bene anche Inzaghi. Vedremo se a Crotone il tempo sarà galantuomo, come ripeteva spesso Giorgione Chinaglia! Ci servono i tre punti.
Restiamo uniti.
Forza Lazio!
Ugo Pericoli